In partenza: da Francoforte a Monaco
Dopo cena, ci riavviamo con calma verso la stazione e troviamo il treno pronto ad aspettarci. La coppia si saluta, e noi saliamo, pronte a calarci nell’avventura!
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La stazione di Stoccarda: la prima di tante |
Notte 1: da Monaco a Bratislava
Scendiamo, un po’ frastornate, e ci troviamo immerse in un’atmosfera grigia e piovosa. Bratislava ci accoglie con un nubifragio: ci procuriamo una cartina e la prenotazione del treno per Cracovia, tiriamo fuori l’ombrello e ci avventuriamo intrepide sotto l’acqua.
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Una delle prime viste di Bratislava |
Bratislava
La nostra prima uscita per Bratislava avviene quindi nel tardo pomeriggio e ci porta nella città vecchia, suggestiva e ricca di viuzze interessanti, che esploriamo con calma per assorbire l’atmosfera del posto. Incrociamo poche persone, probabilmente a causa del tempo, finché non arriviamo alla piazza principale. Ampia e luminosa, circondata da palazzi antichi in stile barocco e rococò perfettamente conservati e popolata da gruppi di turisti, la piazza crea un senso di contrasto con la città fuori dal centro storico e con alcune vie del centro storico stesso. Ci divertiamo a fare foto con le statue di bronzo del soldato napoleonico e della sentinella nella garitta, e continuiamo il nostro giro.
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Amore a prima vista con il soldato napoleonico |
Durante il nostro viaggio mangiamo spesso in posti vegani, perché la mia compagna di avventura è tendenzialmente vegetariana e intollerante al lattosio. I ristoranti vegetariani, con salse a base di latte e formaggi, sono un rischio e li evitiamo. Proviamo comunque spesso i piatti tradizionali, come i pierogi in Polonia e il prosciutto di Praga, ma stiamo sempre attente a trovare posti dove possiamo mangiare entrambe con soddisfazione. Scopriamo così con nostra sorpresa che quando si ha un criterio di restrizione della scelta è molto più facile evitare le trappole per turisti e trovare piccole perle gustose di ottima qualità: perle come il Balans Bistro. Con questa parentesi di goduria gastronomica si chiude il nostro – di fatto – primo giorno di interrail.
Il giorno seguente a Bratislava, la nostra priorità era il castello, e le nuvole minacciose non ci hanno dissuaso. Abbiamo però prima fatto una piccola deviazione nel centro storico per vedere un’altra perla nascosta, questa volta architettonica. La nostra prima tappa della giornata è quindi la chiesa di santa Elisabetta, un’insolita chiesa cattolica in stile Art Nouveau. Perché vogliamo vederla? Perché è blu. Non restiamo deluse. La chiesa è piccola e somiglia un po’ nelle forme a una torta nuziale. I muri esterni sono decorati con linee morbide, motivi a cerchio e stelline; dominano bianco e azzurro, mentre il tetto è di un blu profondo, quasi marino. Se l’azzurro non fosse piuttosto tenue, la chiesa sembrerebbe un gelato vaniglia e puffo. Per noi, una nota di colore nel mezzo di una giornata piuttosto grigia. Soddisfatta la nostra curiosità, ci incamminiamo verso il castello.
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La chiesa azzurra |
Il castello di Bratislava si trova in cima a una collina che domina la città, una camminata piacevole fra viuzze storiche restaurate e zone dall’aria più urbana e trascurata. Ovviamente ci perdiamo. Arriviamo comunque al castello, grazie ai cartelli, ma da un ingresso laterale per auto. Ci troviamo su una terrazza belvedere che si affaccia su Bratislava e ci dà un’immagine dall’alto delle sfumature di questa città. Vediamo il centro storico, ma soprattutto, in lontananza, blocchi di palazzi rettangolari e stranamente colorati che torreggiano sul paesaggio circostante.
A rimanerci impressa sarà soprattutto la camminata attraverso la città e la vista di Bratislava dall’alto.
Salire al castello occupa buona parte della mattinata e del primo pomeriggio. Quando torniamo a Stare Mesto, la città vecchia, il sole sta già tramontando. Inoltre siamo molto infreddolite, perciò ci ripariamo in un grazioso caffè, con un cameriere amichevole che decide di fare due chiacchiere.
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Vista dal castello con un tempo meraviglioso |
Ultimi giri per il centro nell’atmosfera arancione e rarefatta della sera e, dopo cena, via a recuperare gli zaini e in stazione. Il nostro treno è tardi, verso le undici, e arriviamo un’ora prima. La stazione è piena di gente, alcuni viaggiatori giovani, ma nel complesso in gran parte locali di una certa età. Ci accomodiamo sui gradini; non ci sono sedie, sale d’aspetto o panchine, almeno non nella sala principale, e non abbiamo voglia di esplorare i meandri della stazione di notte. La stazione di Bratislava di notte è come tante altre stazioni di notte: brulicante di vita e un tantino inquietante; inoltre è piccola, quasi come una stazione di paese. Un gruppo di signori osserva tutto dall’alto: sono appollaiati su una balconata che sovrasta la sala, come barbagianni. Il turista qui si sente davvero estraneo.
Il nostro treno finalmente arriva: impazienti di riposare un po’. Saliamo e scopriamo una piacevole sorpresa: uno scompartimento per due tutto per noi. Ci accomodiamo felici e ci prepariamo per la prossima puntata.
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Hans Christian Andersen ci saluta e ci augura buon viaggio, ricordando che chi va piano va sano e va lontano! |